domenica 25 aprile 2010

Salvare le biblioteche scolastiche?


Da anni mi occupo di biblioteche e da anni rifletto sul significato attribuito alle biblioteche scolastiche in base al loro utilizzo. Mi sono convinta che, nella maggioranza dei casi, sono considerate dei tristi magazzini dove i libri, prendono polvere mentre attendono di essere consegnati nelle mani di qualche bambino. Oppure sono una stanza in più per una riunione, per le lezioni di recupero individuali o di gruppo, un magazzino per i più disparati materiali da quelli artistici a quelli scientifici.
La situazione dipende solo in parte dalla cronica mancanza di spazi delle nostre scuole, dipende molto di più da un ritardo culturale storico nei riguardi della lettura e della cultura.del nostro paese, viste come appartenenti ad una ristretta élite mentre nel Nord Europa sono visti come diritto di ogni cittadino.
Dai paesi anglosassoni, ci arriva il concetto di "literacy" , non un semplice apprendere la tecnica della leggere ma una vera alfabetizzazione culturale, estesa dalla reading literacy fino alle mathematical e alla scientific literacy,tutti obiettivi delle periodiche valutazioni P.I.S.A , in cui la scuola italiana fa da anni una magra figura. Per questo motivo ritengo che educare alla lettura, non sia una semplice moda ma un obiettivo fondamentale. Occorre ripensare il rapporto tra la scuola e la lettura, in modo il più possibile trasversale.
" I have a dream" . Ho un sogno. Io sogno delle biblioteche scolastiche allegre e colorate, con almeno un computer collegato ad Internet, che funzionino come laboratori di lettura e scrittura, che siano ordinate ma anche "coccolose" con angoli morbidi e grandi cuscini per incominciare a sfogliare e a leggere il libro scelto , che abbiano tende colorate , che siano formicolanti di bambini in piena attività creativa. ..



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